Il museo di Jack the rapper a Londra. Di Rosa Francesca Di Meo
Il "Jack the Ripper Museum" (Museo di Jack lo Squartatore) a Londra è un'attrazione privata che si trova nel quartiere di Whitechapel, nell'East End di Londra, la zona in cui si verificarono gli omicidi di Jack lo Squartatore nel 1888.
Ecco alcuni punti chiave sul museo:
Cosa c'è nel museo:
* Ricostruzioni di scene del crimine e ambienti vittoriani: Il museo è allestito in una casa vittoriana storica e presenta diverse sale che ricreano ambienti dell'epoca e scene collegate agli omicidi. Tra queste si possono trovare:
* Una ricostruzione di Mitre Square, uno dei luoghi degli omicidi.
* Una riproduzione della camera da letto di Mary Jane Kelly, l'ultima vittima canonica di Ripper.
* Un ufficio della polizia dell'epoca vittoriana.
* Una morgue, che mostra le fotografie delle vittime.
* Ricostruzioni di "The Ten Bells", un pub frequentato dalle vittime.
* Una rappresentazione del salotto del killer.
* Reperti e manufatti: Il museo espone vari oggetti, documenti, giornali dell'epoca e fotografie legate agli omicidi e all'indagine. L'obiettivo è fornire un'immersione nel contesto storico e sociale della Londra del 1888.
* Approfondimento sulle vittime e l'indagine: Il percorso museale si propone di raccontare la storia delle vittime, le indagini della polizia e la vita quotidiana nell'East End di Londra in quel periodo.
Controversie:
Il "Jack the Ripper Museum" è stato oggetto di notevoli controversie fin dalla sua apertura nel 2015:
* Inganno iniziale: Inizialmente, il fondatore del museo, Mark Palmer-Edgecumbe (ex responsabile della diversità di Google), aveva ottenuto il permesso di pianificazione sostenendo che il museo sarebbe stato dedicato alla "storia delle donne dell'East End". Tuttavia, una volta rivelata la vera natura del museo, incentrata su Jack lo Squartatore e i suoi crimini, ci furono proteste diffuse da parte di residenti, attivisti e persino dell'architetto che aveva lavorato al progetto, il quale dichiarò di essere stato "ingannato".
* Accuse di glorificazione della violenza contro le donne: Molti critici, inclusi gruppi femministi e residenti locali, hanno accusato il museo di glorificare un serial killer di donne e di mercificare la violenza di genere. Le proteste si sono concentrate sull'idea che il museo tragga profitto dalla tragedia delle vittime e manchi di rispetto alla loro memoria.
* Eventi controversi: Alcuni eventi promozionali del museo, come quello di Halloween in cui si invitavano i visitatori a farsi selfie con attori che interpretavano il killer e le sue "vittime mutilate", hanno alimentato ulteriormente le polemiche.
* Impatto sul quartiere: C'è stata anche preoccupazione per l'impatto del museo sull'immagine del quartiere e sulla gentrificazione, con timori che attrazioni di questo tipo banalizzino la storia complessa e le difficoltà sociali dell'East End vittoriano.
Nonostante le controversie, il museo è rimasto aperto e continua ad attrarre visitatori interessati alla storia di Jack lo Squartatore e al mistero irrisolto che lo circonda. Il dibattito sulla sua etica e sul modo in cui racconta la storia rimane acceso.
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